La lettura dei fondi di caffè, altresì conosciuta come caffeomanzia, è oggigiorno una delle pratiche più usate nell’ambito della divinazione. Per praticarla viene utilizzato del caffè, di cui si legge il fondo depositato nella parte inferiore della tazza.
In via generale non sono richiesti dei particolari talenti innati e anche sul web si possono trovare varie guide, precise e complete, sui simboli che si possono trovare sul fondo della tazza.
Nel mondo dell’esoterismo, ma anche della storiografia legata ai rituali particolari, si ritiene che tale pratica sia stata importata in Europa dalla Turchia nello specifico o dal Medio Oriente in generale.
Certamente gli storici preferiscono attribuire la nascita della caffeomanzia a uno dei Paesi del Medio Oriente, in quanto nell’Oriente Estremo, seppur presenti pratiche molto simili, non esisteva comunque la caffeomanzia che rispettasse tutti i criteri di quella conosciuta attualmente. D’altro canto, già durante la diffusione dell’Impero Ottomano se ne hanno varie menzioni storiche, alcune delle quali molto importanti.
Molti storici preferiscono comunque collocare la nascita della caffeomanzia nella regione della Mesopotamia, tra l’Iraq e l’Iran,collocando il suo arrivo in Europa al termine della Battaglia di Vienna nel XVII secolo. Altri studiosi preferiscono collocare l’arrivo della caffeomanzia in Europa a seguito di varie campagne militari ottomane localizzare in Europa tra il XV e il XVII secolo.
I procedimenti della caffeomanzia sono diversi e variano in base alla tipologia di caffè impiegata.
Il più utilizzato è senz’ombra di dubbio il caffè turco, ottenuto grazie a una miscela di polvere di caffè molto fine e dell’acqua, che dev’essere portata a ebollizione in un pentolino metallico. Si prepara così il caffè, che va servito alla persona sulla cui sorte si deve divinare in una tazzina di porcellana bianca, insieme alla piattino, anch’esso bianco.
La divinatrice (o il divinatore) lascia decantare il caffè, fa raffreddare il liquido e consiglia alla persona su cui bisogna divinare di bere il caffè senza aggiungerci lo zucchero. Si pensa che in questo modo la persona-oggetto della divinazione lasci impressa la sua energia sulla polvere del caffè rimasta sul fondo.
Alla fine il bevitore chiude la tazzina posizionandoci su il piattino e rovescia la polvere del caffè sullo stesso. Questo avviene nel mentre il bevitore si concentra su ciò che vorrebbe conoscere. Terminato questo passo, si aspetta che tutto si raffreddi e si passa a leggere i simboli. Un procedimento leggermente diverso si è sviluppato in Grecia, dove viene utilizzata una miscela diversa per il caffè.
In ogni caso, le figure che è possibile riconoscere sul fondo del caffè sono rimaste pressoché invariate dal XVII secolo, come il procedimento stesso. I simboli dividono in quelli positivi e negativi, differenziati dal loro colore (ci sono quelli chiari e quelli più cupi, densi).
L’individuazione di questi simboli dev’essere del tutto spontanea, richiamando alla mente l’archetipo della figura che si osserva. La figura dev’essere, ovviamente, ricollegabile, alla realtà, legandosi a uno degli aspetti della stessa, tra cui per esempio la forma. Eventuali numeri potrebbero indicare delle date particolari o un numero di persone.
Nel corso della storia la caffeomanzia è stata utilizzata da diversi personaggi e per vari scopi.
Secondo alcune credenze la caffeomanzia era di diffuso utilizzo nei palazzi di tutti i sovrani dell’Europa orientale, tra cui anche di Pietro il Grande, l’imperatore della Russia.
Non vi sono menzioni particolari a proposito dell’utilizzo di questa pratica per predire gli esiti di battaglie, di eventi storici d’alta importanza o di guerre. Tuttavia, secondo gli storici, la mancanza di simili fonti si deve a una poco diffusa usanza di traduzione dei testi quotidiani dell’Iran e dell’Iraq, ove questa pratica sembra essersi diffusa inizialmente.
La caffeomanzia veniva utilizzata al più come una pratica di divinazione particolarmente legata alla routine quotidiana, per predire quindi delle piccole vittorie o eventi individuali.